'Verso il crowdfunding e oltre'. Due anni di Crowdfunding Cloud!

Crowdfunding Cloud celebra il suo secondo compleanno. Il sito è online da due anni ormai. In questo periodo, il settore italiano del finanziamento dal basso si è evoluto ed è cresciuto, in termini dimensionali ed anche a livello normativo.
Allo stesso tempo, Crowdfunding Cloud si è sempre più affermato all'interno nel mercato. Da oltre due anni è Supporting Member dell'European Crowdfunding Network (ECN), il più importante organismo comunitario per il finanziamento collettivo, per il quale è anche stato Media Partner per il 3rd ECN CrowdCamp di Bologna - tenutosi a giugno 2018. Inoltre è associato ad Assofintech, la principale organizzazione italiana per la finanza alternativa. Per due anni di fila è stato altresì 'industry research partners' del Cambridge Centre for Alternative Finance per le sue ricerche sul fintech in Italia ed Europa. Numerose anche le collaborazioni con le piattaforme di crowdfunding e con alcuni siti Internet legati al mondo digitale.
Un profondo ringraziamento va, quindi, a tutti i partner, i collaboratori, le piattaforme, le istituzioni e le organizzazioni che consentono lo sviluppo incessante di Crowdfunding Cloud!

Ma cosa è accaduto nel settore da quando Crowdfunding Cloud è attivo? Il mercato italiano del crowdfunding si è sviluppato piuttosto velocemente. Tuttavia la sua crescita è rimasta (e resta tuttora) marginale rispetto a Paesi come Stati Uniti o Gran Bretagna. Per ridurre il divario, la regolamentazione del settore è stata aggiornata nel 2017 con due importanti novità, in vigore dal 2018. Innanzitutto, l'accesso all'equity crowdfunding è stato definitivamente consentito a tutte le tipologie di PMI; segnando uno spartiacque rispetto al preesistente orientamento normativo, quando questa modalità di raccolta fondi online era utilizzabile solamente da start-up/PMI innovative - ossia da una piccolissima parte dell'intero tessuto imprenditoriale italiano, costituito principalmente da PMI. In secondo luogo, la tassazione del social lending è stata abbassata al 26%, come per i redditi degli strumenti finanziari; rivoluzionando completamente un settore in cui, in precedenza, il fatto che l'aliquota potesse arrivare addirittura al 43% 'soffocava' il potenziale interesse degli investitori per i prestiti peer-to-peer. Queste novità hanno dato un nuovo impulso al mercato portando, fra l'altro: all'incremento degli importi investiti; allo sviluppo di piattaforme di real estate crowdfunding e al lancio di un innovativo indice in grado di misurare l'apprezzamento (deprezzamento) 'teorico' dei titoli offerti nelle campagne equity-based - per le quali si è altresì assistito al finanziamento tramite syndicate funding e alla sottoscrizione attraverso l'intestazione conto terzi.

Nonostante l'espansione del settore, diversi studi continuano ad evidenziare un numero complessivo di investitori abbastanza ridotto, poiché - spesso - i medesimi soggetti sostengono più progetti. Un maggior coinvolgimento sarebbe fondamentale per raggiungere il livello dei mercati più performanti, dove i finanziamenti arrivano sia dalla vera 'folla' di Internet sia dagli investitori istituzionali. Proprio in questa direzione tendono il nuovo impianto normativo e le future novità del settore per il 2019. Insomma, alla luce degli ultimi dati disponibili, sembrerebbe che gli sforzi di tutti gli stakeholder siano davvero in grado di indirizzare il mercato italiano verso le vette toccate negli altri Paesi, con l'obiettivo di andare anche oltre.