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CrowdFundMe, la piattaforma equity che sta cambiando il settore


Tommaso Baldissera Pacchetti racconta in esclusiva il suo portale

Tommaso Baldissera Pacchetti, CEO di CrowdFundMe, ci ha rilasciato un'intervista esclusiva dove ha illustrato gli ottimi risultati appena ottenuti dalla sua piattaforma, ha descritto il funzionamento dell'equity crowdfunding e ha proposto degli interessanti spunti riflessivi sulla normativa (ECSPs) e sugli sviluppi futuri del settore in Italia e all'estero.

1. Che cos'è e come funziona CrowdFundMe?
«CrowdFundMe è un portale di equity crowdfunding che sostiene le società, supportando sia l'investitore sia l'imprenditore con tutti gli strumenti e le garanzie necessarie per favorire il buon esito dei progetti proposti. CrowdFundMe è lo strumento con il quale le imprese possono proporre al pubblico i propri progetti e ottenere i finanziamenti necessari allo svolgimento della loro attività. È il canale ideale in cui gli investitori e gli imprenditori si incontrano per la riuscita del loro comune intento: far fruttare un'idea vincente, traducendola in realtà. CrowdFundMe si rivolge a tutti coloro che vogliano investire in società non quotate, innovative e con alte potenzialità di crescita. Gli investimenti di CrowdFundMe sono adatti a chiunque creda in una specifica società, indipendentemente dal fatto di essere un esperto di finanza o meno. Possono investire sia le persone fisiche che le persone giuridiche (società). Grazie all'investimento in equity crowdfunding, l'investitore può sia entrare in contatto con le realtà più promettenti del tessuto imprenditoriale italiano, sia scoprire nuove opportunità di investimento al di fuori dei tradizionali strumenti finanziari e diversificare il proprio portafoglio includendo società innovative».

2. Chi sono i fondatori di CrowdFundMe e come è composto il team?
«Il team di CrowdFundMe è composto da me, Tommaso Baldissera Pacchetti - CEO; Benedetto Pirro - COO, Carlo Valentini - Marketing Manager, Giancarlo Vergine - Start-up scout and mentor, Francesca Bartolino - Marketing and Communications Specialist, Alberto Carniel - Responsabile compliance.
La nostra storia è nata dalla volontà di mettere in contatto le migliori società dell'innovazione italiana (start-up, start-up innovative, PMI e PMI innovative) con gli investitori che vogliono conoscere queste realtà, senza per forza essere investitori professionali. CrowdFundMe è infatti diventato uno strumento assolutamente democratico per garantire l'accesso agli investimenti anche da parte degli investitori retail».

3. Come funziona l'equity crowdfunding e come lo interpretate all'interno di CrowdFundMe?
«CrowdFundMe permette alle start-up di diversificare i tipi di investitori, allargando la base a potenziali investitori che altrimenti non avrebbero avuto accesso all'aumento di capitale. Possono anche essere emessi tipi di quote con privilegi diversi, in funzione per esempio dell'entità dell'investimento (quote A e quote B). L'equity crowdfunding dà la possibilità di validare il modello quantificando in modo statistico e significativo alcuni parametri, tra cui: l'appetibilità della società verso il mercato, la facilità di comprensione dell'idea, la potenziale customer base, ecc.
L'equity crowdfunding inoltre, soprattutto in quelle piattaforme dove, come in CrowdFundMe, si dà molta importanza alla comunicazione, consente un'eccezionale esposizione mediatica: infatti fare una campagna di equity crowdfunding con CrowdFundMe permette alla start-up di avere ampia esposizione mediatica. Grazie ad eventi, road-show e collaborazione con agenzie stampa pubblichiamo notizie sulle start-up su quotidiani come Il Sole 24 Ore, Milano Finanza, Corriere Innovazione, EconomyUp… oltre alla nostra partnership con Intermonte/Websim. Equity crowdfunding significa inoltre semplificazione della burocrazia: l'equity crowdfunding permette a start-up/PMI innovative di raccogliere capitali da tutto il Paese in maniera facile e veloce. Chiunque può investire direttamente da casa, senza che l'investitore debba passare da notai o camere di commercio».

4. Disciplina giuridica dell'equity crowdfunding.
a) Con riferimento alla disciplina europea, cosa ne pensate della Regolamentazione ECSPs?
«Credo che la Regolamentazione ECSP costituisca il primo passo verso l'uniformazione del regolamento europeo, ma allo stato attuale la disciplina europea risulta abbastanza carente e complessa, elementi che non incentivano i gestori ad abbandonare i regimi nazionali. Comunque si voglia declinare il regolamento, occorre che la tutela degli investitori sia sempre il centro delle attenzioni delle autorità. Naturalmente bisognerà che il regolamento, oltre a porre molta attenzione verso il tema delle start-up, così come sta già accadendo, non si dimentichi delle PMI, le cui campagne di equity crowdfunding in Italia hanno dato belle soddisfazioni».
b) Alla luce della vostra recente partecipazione all'incontro tra ANGI e Parlamento Europeo, quali pensate potranno essere le future evoluzioni normative del settore?
«Tra le evoluzioni del settore, ci aspettiamo probabilmente un maggiore compromesso tra le varie normative nazionali adottate dai diversi Paesi, frutto di una meditata mediazione dal punto di vista culturale e socio-economico tra le differenti peculiarità delle nazioni. Si tratta di un obiettivo affatto facile, ma come CrowdFundMe e grazie anche alla vicinanza ad Angi - Associazione nazionale giovani innovatori - siamo a disposizione per fornire il nostro contributo, in modo che il regolamento possa essere il più esaustivo possibile per tutte le parti in gioco».

5. I dati dell'Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano indicano che siete i primi portali del nostro Paese per numero di progetti pubblicati e i secondi per la raccolta complessiva.
a) In questo senso, quale è la vostra opinione sull'ambiente competitivo dell'equity crowdfunding in Italia?
«Siamo attualmente i secondi per raccolta complessiva, ma siamo primi nello stesso KPI se prendiamo come riferimento il primo semestre del 2018. Abbiamo riassunto tutti i dati nel riepilogo semestrale consultabile al link: https://www.crowdfundme.it/blog/riepilogo-settimanale/primi-in-italia-ll-riepilogo-semestrale-di-crowdfundme-h12018/.
Peraltro abbiamo ospitato la campagna più grande d'Italia, quella di Glass To Power, con ben 2.250.000,00 Euro raccolti da 498 investitori. Ci riaffermiamo inoltre come prima piattaforma per numero di investitori.
L'equity crowdfunding in Italia ha sicuramente bisogno di una forte leva propulsiva e in questo la competizione tra le diverse piattaforme può sicuramente dare uno slancio positivo. Senza dubbio occorre lavorare più a stretto contatto con le Università e i centri di ricerca per entrare in contatto con progetti innovativi che hanno un reale valore aggiunto, elementi che non mancano di certo in Italia ma che spesso sono difficili da raggiungere».
b) Qualora la normativa ECSPs entrasse effettivamente in vigore, quali sono le principali sfide che le piattaforme come voi si troveranno ad affrontare?
«Credo che le principali sfide saranno tutelare gli investitori in primis, ma anche offrie un ampio ventaglio di società dall'alto valore innovativo tra start-up e PMI, oltre ad adattare il modello di business delle diverse piattaforme ai requisiti europei richiesti».

6. Quale è l'idea di CrowdFundMe sullo stato attuale del crowdfunding e dell'equity crowdfunding più nello specifico, con riferimento sia all'Italia sia all'estero?
«L'Italia sta iniziando ad avere dei numeri abbastanza interessanti per quanto riguarda il panorama del crowdfunding, che però non sono comparabili con quelli esteri, ad esempio inglesi o francesi, per non parlare di quelli americani. Credo che gran parte di questa situazione derivi dalla tipologia di mìcultura e mentalità del nostro sistema che ha una forte propensione al risparmio e poca propensione al rischio. Peraltro va ammesso che spesso i progetti con cui entriamo in contatto non sono idonei a sostenere una raccolta fondi vincente tramite lo strumento dell'equity crowdfunding».

7. Informazioni su CrowdFundMe.
«Tipicamente chi investe in start-up ha prospettive di guadagno a lungo termine: l'investimento avrà successo se la start-up saprà sviluppare il proprio business. Le forme più comuni con le quali gli investitori possono trarre beneficio dal proprio investimento sono: la vendita della quota ad un altro investitore per un valore maggiore rispetto a quello d'acquisto; la vendita della propria quota nel caso in cui la start-up venga acquistata, oltre al fatto che passati 5 anni dal momento dalla sua costituzione, la società può dividere gli utili con i suoi soci.
Mentre invece chi investe in PMI ha prospettive di guadagno a breve/medio termine. Le forme più comuni con le quali gli investitori possono trarre beneficio dal proprio investimento sono: la distribuzione di dividendi con i suoi soci, la vendita della quota ad un altro investitore per un valore maggiore rispetto a quello d'acquisto, la vendita della propria quota nel caso in cui la PMI venga acquistata.
Un grande valore aggiunto dato dall'equity crowdfunding è che l'investitore può richiedere di poter comunicare con il team della società per avere informazioni e/o partecipare alla vita della stessa, apportando le proprie esperienze ed expertise all'interno del team».
Per qualsiasi informazione aggiuntiva e approfondimenti su CrowdFundMe vi invito a visitare il nostro sito: www.crowdfundme.it oppure a visionare i nostro social (pagina Facebook, LinkedIn, Twitter), oltre al nostro gruppo Telegram (il più grande in Italia a trattare il tema dell'equity crowdfunding e a fornire informazioni su start-up e PMI) al link: https://t.me/CrowdFundMe».

24/07/2018 - Piattaforme Piattaforme, Campagne, Crowdfunding, Equity, CrowdFundMe, Interviste
Autore: Crowdfunding Cloud


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