I numeri del crowdfunding in Italia nel 2017 si riferiscono ai dati ed alle statistiche raccolte da Starteed1 ed alle ricerche pubblicate nel mese di luglio 20172 e a gennaio 20183 da parte dell'Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano (PoliMi). Il primo studio riguarda unicamente i modelli donation, do-it-yourself, equity, reward, royalty, social lending e - indirettamente - anche le raccolte civc-based. L'analisi del PoliMi, invece, tratta esclusivamente il settore del crowdinvesting - ovvero le seguenti tipologie di finanziamento collettivo: equity, social lending e invoice trading.
Il periodo di osservazione dei due studi è leggermente differente. Mentre Starteed ha analizzato il finanziamento dal basso dal 1° gennaio al 5 dicembre 2017; al contrario i dati del PoliMi si riferiscono al primo semestre o all'intero 2017 (informazione che, di seguito, sarà sempre indicata).
Nell'esposizione delle statistiche del 2017 per il settore del finanziamento collettivo in Italia, si descriveranno - come, per altro, già fatto per il 2016 - i risultati individuati da Starteed con riferimento alle sole forme non finanziarie (includendo, altresì, il modello royalty), mentre per le tipologie di fundraising tramite crowdinvesting si illustreranno unicamente i dati del PoliMi.
Prima di presentare i numeri raccolti negli studi suddetti, si può osservare come il primo elemento che emerge nel 2017 è che, nel complesso, «il crowdfunding in Italia è cresciuto di oltre il 45% rispetto all'anno precedente4, dimostrando che il settore gode di buona salute e che, nonostante gli ampi margini di miglioramento, sta diventando sempre di più uno strumento importante per finanziare progettualità in diversi ambiti»5.
Donation, do-it-yourself, reward, royalty ed anche civic6. Nel 2017, in Italia7, tramite i modelli donation e reward sono stati raccolti quasi 9,5 milioni di Euro; al contrario i progetti do-it-yourself hanno consentito un fundraising ci circa 1,4 milioni di Euro. Nel complesso vi sono state 8,5 mila campagne donation e reward ed una cinquantina do-it-yourself (DIY). Nell'insieme, il valore medio di raccolta di ciascun progetto si è attestato sui 6,1 mila Euro per il donation ed il reward crowdfunding e su € 127,7 mila per il DIY. Tutto questo ha consentito un incremento dei della raccolta complessiva rispetto al 2016, pari al +38,3% per i modelli donation e reward ed al +42,7% per il do-it-yourself.
I portali reward e donation più performanti nel 2017 sono stati8: Produzioni dal Basso che ha raccolto quasi 2 milioni di Euro (+55,7% rispetto al 2016); Eppela che ha finanziato progetti per 1,8 milioni di Euro (+37,8%); Musicraiser con 1,4 milioni di Euro raccolti per campagne legate al mondo della musica (+38,4%) e Rete del dono che ha sostenuto iniziative donation-based per 1,3 milioni di Euro (+36%). Si tratta, essenzialmente, delle stesse piattaforme che apparivano nel 2016 come best performer.
Passando al royalty crowdfunding9 è stata totalizzata una raccolta inferiore ai € 2.000,00, in calo10 rispetto al 2016. Per quanto riguarda il modello civc, la raccolta complessiva realizzata nel 2017 è da intendersi come una frazione di quella censita per le tipologie donation-based e reward-based, oltreché - per buona parte - di quelle do-it-yourself.
Equity, invoice trading e social lending. Nel 2017, tramite il crowdinvesting, nel 2017 sono stati raccolti in Italia € 228 milioni11. Una somma che lo stesso PoliMi definisce come «non trascurabile nell'ambito della finanza alternativa (ma certamente ancora contenuta rispetto al potenziale)»12.
I risultati migliori dell'ultimo anno sono stati segnati nell'invoice trading che ha chiuso il 2017 con un +322%, rispetto allo stesso periodo del 2016. Sono state complessivamente cedute fatture per un valore di € 132,5 milioni.
Ottimi risultati anche per il social lending che nel suo insieme ha concluso il 2017 marcando un +214,5%. In termine percentuali, sono i prestiti erogati alle imprese la principale motivazione di questa ottima performance: +265%, pari a € 23,1 milioni. Anche il settore del lending crowdfunding per le persone fisiche non è stato da meno registrando un +164% corrispondente a € 61 milioni totali. A livello globale, il peer-to-peer lending ha permesso di raccogliere oltre € 84 milioni di cui due terzi erogati alle sole persone fisiche.
Non da meno è stato il modello equity-based. Rispetto al 2016 i risultati parlano chiaro: +161% con ben € 11,4 milioni raccolti. Complessivamente ci sono state 79 campagne (circa 6-7 al mese), di cui oltre il 60% chiuse con successo.
I valori esposti sinora sono disponibili unicamente a livello aggregato, per questa ragione, qui di seguito, si analizzeranno i dati raccolti - nella ricerca datata luglio 2017 del PoliMi13 di cui si è accennato sopra. Il periodo di osservazione14 non è l'intero 2017, ma va dal 1° luglio 2016 al 30 giugno 2017. Nell'arco di questi 12 mesi il crowdinvesting ha realizzato una raccolta record pari a € 138,6 milioni15.
Equity. Per quanto riguarda l'
equity crowdfunding16, al 30 giugno 2017, vi erano
19 aziende autorizzate a
gestire piattaforme per la raccolta di quote o
azioni societarie. Un numero invariato
rispetto al 2016, anche se va detto che alcune società hanno rinunciato alla
qualifica di gestori di portali equity-based ottenuta in precedenza dalla Consob, mentre altre nuove realtà ne hanno fatto richiesta e sono entrate nel settore.
Sono state
lanciate 109 campagne17 - un valore più che raddoppiato in confronto al 2016 - delle quali: solo il
33% chiuse con successo, il
18% ancora aperte e quasi il
50% fallite. Percentuali che vengono ribaltate considerando i primi sei mesi dell'anno solare 2017, in cui il 42% dei 55 progetti proposti ha chiuso la raccolta con successo, a fronte di un tasso di fallimento pari ad appena il 22% e con ancora il 36% delle offerte attive.
StartsUp è il portale sul quale sono stati presentati più progetti (24), seguito da
CrowdFundMe (19) e
Mamacrowd (12). Vi sono anche state piattaforme che - pur avendo l'autorizzazione Consob - sono rimaste inattive. Di tutte campagne lanciate
18, che nel 40,6% dei casi provenivano dalla Lombardia, il 91,5% ha riguardato
start-up innovative, il 6,6%
PMI innovative ed il restante 1,9% veicoli che investono prevalentemente in start-up innovative e PMI innovative.
L'
ammontare complessivo raccolto tramite equity crowdfunding dal 1° luglio 2016 al 30 giugno 2017, si è attestato su
€ 6,8 milioni, in crescita del
+123% rispetto al 2016. L'
importo medio raccolto nelle campagne è stato pari a
€ 245.158,00, in diminuzione del 22,6% in confronto al 2016, e con
soglie minime sottoscrivibili in genere concentrate
tra € 250,00 e € 500,00. In termini di capitale di rischio totale raccolto, la piattaforma più performante è stata Mamacrowd, seguita - a breve distanza - da CrowdFundMe.
La
stima implicita del valore medio delle società che hanno fatto ricorso all'equity crowdfunding, considerando che si tratta primariamente di start-up, è risultata
piuttosto elevata:
oltre 2 milioni di Euro. Tale affermazione, come nel 2016, sembrerebbe evidenziare come vi siano, spesso, valutazioni generose, con business plan e relativi tassi di crescita abbastanza ottimistici.
In media, la quota di capitale offerta è stata pari al
17,7% dell'intero capitale sociale disponibile
19, il che evidenzia la
sostanziale volontà dei fondatori a mantenere il controllo sull'azienda. Circostanza che, in parte, si riscontra anche nei connessi
diritti legati alle partecipazioni societarie offerte. Infatti nel
55% dei casi sono state proposte
quote ordinarie con gli stessi diritti di quelle in possesso
dei fondatori, nel
10% dei casi
titoli senza diritti di voto e nel
29% dei casi vi sono state
offerte 'miste', ossia per
importi ridotti si ottenevano
quote senza diritto di voto (o con opzione di voto limitata) e per
investimenti maggiori si ricevevano titoli
con diritto di voto.
La
durata delle singole campagne è stata abbastanza
variabile: da pochi giorni a molti mesi, con anche estensioni del periodo di validità delle stesse. La finalità delle offerte, individuata dal paper, è stata principalmente per investimenti in
marketing,
ricerca e sviluppo e
realizzazione di siti Internet o applicazioni.Per quanto riguarda gli
investitori, l'analisi del PoliMi ha censito
128 persone giuridiche e 1.068 persone fisiche, con una
netta prevalenza maschile come per il 2016, ma con una
leggera crescita dei più giovani a tal punto che l'età media dei finanziatori si è ridotta da 45 anni (2016) a
43,3 anni (2017). Esattamente con nel 2016 è stata la
Lombardia la regione da cui è arrivato il
maggior numero di investitori. Può altresì essere utile sottolineare come la nuova indagine del 2017 abbia identificato anche
investitori esteri e finanziatori che hanno sostenuto
più di una sola campagna.
A conclusione di questa disamina dei dati dell'equity crowdfunding, può essere interessante riportare alcune ulteriori informazioni pubblicate più di recente da parte di Crowdfunding Buzz20, secondo il quale in media - dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017 - le campagne equity-based hanno raccolto € 235 mila, finanziati da 3.240 investitori. In genere sono stati 65 i soggetti che hanno sostenuto ogni campagna equity-based contro i 39 del 2016. Questo, però, ha comportato un investimento medio per investitore più ridotto: € 3.600,00, a dispetto di € 5.800,00 del 2016. Il 75% della raccolta di € 11,75 milioni21 è stato effettuato su tre portali leader del settore, rispettivamente: Mamacrowd (€ 4,7 milioni), CrowdFundMe (€ 2,6 milioni) e Opstart (€ 1,4 milioni).Social lending. Il lending crowdfunding
22, fra il 1° luglio 2016 ed il 30 giugno 2017, ha totalizzato una
raccolta complessiva di € 56,6 milioni, in virtù dell'arrivo di due piattaforme francesi e dello sviluppo del segmento
business, portando complessivamente «il
numero totale di finanziamenti erogati [...] a
quasi 11.800»
23.
Nel settore consumer sono stati censiti
oltre 11.000 finanziatori iscritti ai vari portali italiani, che sono risultati essere in
assoluta prevalenza uomini (90%), con
età media tra i 38 e i 46 anni - simile a quella degli stessi soggetti finanziati. L'
importo medio prestato si è attestato su cifre comprese
tra € 1.000 e € 1.800. Per quanto attiene alle
soglie minime e massime di prestito, nel comparto
consumer, la ricerca del PoliMi ha evidenziato valori piuttosto omogenei fra le varie piattaforme, che hanno oscillato da un ammontare minimo di
€ 250,00 sino a € 40.000,00. La
scadenza è stata individuata
tra un minimo di 3 mesi sino ad un massimo di 72. In base alle evidenze delle studio i privati hanno fatto ricorso ai portali di social lending principalmente: per ricevere
liquidità generale, per
acquistare un veicolo, per
consolidare un debito e per
ristrutturare l'abitazione. Nel comparto consumer la piattaforma più performante è stata
Younited Credit con
€ 37,3 milioni erogati nell'ultimo anno
24.
Invece, per quanto riguarda il settore
business, le
società finanziate tramite il lending crowdfunding sono state
261, di cui circa il
76% aveva un
fatturato inferiore a € 2 milioni. In genere l'accesso a questo canale si è rilevato
più oneroso di quello classico del settore bancario. Ciononostante la
maggiore rapidità di risposta dei portali sembrerebbe essere un valore aggiunto tale da contrappesare il maggior costo del servizio. L'analisi del PoliMi ha rilevato che la
scadenza del prestito business, generalmente, ha variato
fra un minimo di 6 ad un massimo di 84 mesi. Purtroppo i modelli di business delle tre piattaforme attualmente esistenti
25 sono molto diversi fra loro e non è quindi possibile analizzare i dati a livello aggregato. Ad esempio, il
Tasso Annuo Nominale (TAN) medio di
BorsadelCredito.it, sulla base dei 322 prestiti erogati, è risultato essere pari al
5,27% con scadenza media di 28 mesi. Al contrario su
Lendix il
TAN era compreso,
in funzione del rating attribuito alla società finanziata
e della relativa scadenza del prestito,
fra il 6% ed il 9,5%.
Come per il modello equity, anche nei presiti tramite crowdfunding, è la
Lombardia la regione che si distingue: infatti
oltre il 20% dei richiedenti e dei prestatori vi risiede.
Segue il Lazio, in cui le percentuali superano, di poco, il 13% in entrambi i casi.
Si può ancora ricordare come i dati sul social lending che sono stati raccolti non includano le statistiche delle piattaforme per il lending crowdfunding orientato al mondo del no-profit
26.
Invoice. Nell'invoice trading
27, dal 1° luglio 2016 al 30 giugno 2017, si è osservata una
crescita dei portali, passati
da uno a cinque. Si è altresì verificata la
cessione di oltre 2.000 fatture e questo ha consentito di raccogliere capitali per un valore di
€ 88,5 milioni,
quintuplicando l'importo del 2016 e portando questo comparto del crowdinvesting ad essere quello con il
tasso di crescita più alto. Va inoltre segnalato come il
first mover italiano del settore,
WorkInvoice, abbia totalizzato da solo ben
€ 66,5 milioni. Una differenza sostanziale dal secondo portale più performante:
Credimi, che in soli sei mesi di attività, ha raggiunto una quota di € 17 milioni.
L'indagine del PoliMi ha mostrato come le
fatture che sono state accettate dalle varie
piattaforme italiane potevano avere un
importo minimo di
€ 1.000,00 o € 10.000,00. Le modalità tecniche di cessione delle stesse sui vari portali hanno, però, avuto caratteristiche piuttosto eterogenee, in quanto ogni piattaforma ha utilizzato meccanismi di sconto, di valutazione e di calcolo delle commissioni differenti.
Le
aziende finanziate, in genere, erano
PMI con difficoltà di accesso al classico canale bancario. Il
tasso di interesse non è sempre stato
vantaggioso per i cedenti - esattamente come per il social lending -, elemento tuttavia bilanciato dalla rapidità di erogazione della liquidità per il finanziamento del capitale circolante, ottenuta - per altro - senza garanzie e senza segnalazioni alla Centrale Rischi.