«
Il 2018 si è rilevato l'anno della svolta»
1. Il settore del
crowdfunding «ha cambiato passo e ha saputo dimostrare tutto il suo valore, creando un impatto tangibile sul tessuto economico e nelle persone che ha saputo conquistare»
2.
Tuttavia risulta piuttosto complesso riuscire a misurare in maniera precisa e accurata l'intero mercato italiano in termini di raccolta effettivamente realizzata nel corso del tempo. Sicuramente «
parliamo di un settore che a livello nazionale è cresciuto - molto probabilmente -
a tripla cifra in un anno e che ha ancora tanto potenziale»
3; ciononostante «
nessuno riesce a misurare quanto effettivamente generi il comparto. Un dettaglio non da poco, soprattutto da un punto di vista
fiscale e di business»
4.
Per questo motivo, riportiamo qui di seguito tutte le ricerche e gli studi condotti sui numeri e sui dati
del crowdfunding italiano nel 2018, al fine di consentire al lettore di avere un'idea sulle dimensioni del crowdfunding nostrano.
Come si vedrà meglio nei prossimi paragrafi, dalla
nascita del settore (2005)
fino al 31/12/2018, sembrerebbe che la
raccolta complessiva del crowdfuning italiano sia arrivata a
quasi 245 milioni di Euro, valore che - volendo includere anche l'invoice trading e un paniere più ampio di portali di prestiti online -
dovrebbe addirittura aver superato il miliardo di Euro, proprio nel corso del 2018.
1. Ricerche e modalità di rilevazione dei dati.
I
dati e le statistiche del crowdfunding in Italia nel 2018 si riferiscono ai risultati e ai valori
raccolti da
Starteed5, alle ricerche pubblicate nel mese di luglio 2018
6, durante l'intero 2018
7 e a gennaio 2019
8 da parte dell'Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano (
PoliMi), oltreché alle
infografiche di Crowdfunding Buzz
9 e agli studi di P2P Lending Italia
10 (
P2PLI). Il primo studio riguarda unicamente i modelli
donation,
do-it-yourself,
equity,
reward,
royalty,
social lending e - indirettamente - anche le raccolte
civc-based. L'analisi del PoliMi, invece, tratta esclusivamente il settore del
crowdinvesting - ovvero le seguenti tipologie di finanziamento collettivo: equity, social lending,
real estate (sia equity-based sia lending-based) e
invoice trading. Infine, mentre le ricerche di Crowdfunding Buzz si concentrano solamente sulle raccolte equity-based; gli studi di P2PLI si focalizzano esclusivamente sul crowdfunding
debt-based, ovvero sulle modalità lending-based e anticipo fatture online. Vi sono altresì numerosi articoli di giornale
11, pubblicati a inizi 2019, che analizzano il settore del crowdfunding nel 2018.
Il periodo di osservazione degli studi è leggermente differente. Mentre Starteed ha analizzato il finanziamento dal basso dal 1° gennaio 2018 al 6 gennaio 2019
12; al contrario i dati del PoliMi si riferiscono al primo semestre o all'intero 2018 (informazione che, di seguito, sarà sempre indicata). Gli studi di Crowdfunding Buzz e P2P Lending Italia, invece, si focalizzano sui quattro trimestri del 2018 e così come quelli mensili del PoliMi incentrati sull'andamento dell'
Italian Equity Crowdfunding Index, sono direttamente consultabili nelle apposite box sottostanti, rispettivamente in quelle:
dati infrannuali del crowdinvesting nel 2018 e
Italian Equity Crowdfunding Index.
L'esposizione delle statistiche del 2018 per il settore del finanziamento collettivo in Italia verrà strutturata nel seguente modo. Si descriveranno anzitutto i dati generali di
tutte le forme di
crowdfunding attraverso la ricerca di Starteed. L'analisi dettagliata dei modelli del crowdinvesting sarà - invece - trattata a partire dagli studi del PoliMi, di Crowdfunding Buzz e di P2PLI. Come in passato, i dati saranno presentati in un confronto con i risultati del settore degli anni precedenti, in particolare con quelli del
2017 e del
2016.
Prima di passare all'analisi vera e propria del 2018, vogliamo ricordare che
i dati che verranno esposti di seguito rappresentano una stima e si riferiscono a periodi di indagine differenti, che saranno sempre specificati.
2. Crowdfunding, una visone generale del settore. «Il
mercato italiano del crowdfunding si è
sviluppato piuttosto velocemente. Tuttavia la sua
crescita è rimasta (e resta tuttora)
marginale rispetto a Paesi come
Stati Uniti o
Gran Bretagna. Per ridurre il divario, la
regolamentazione del settore è stata aggiornata nel 2017 con
due importanti novità, in vigore dal 2018. Innanzitutto,
l'accesso all'equity crowdfunding è stato definitivamente consentito a tutte le tipologie di PMI; segnando uno
spartiacque rispetto al preesistente
orientamento normativo, quando questa modalità di
raccolta fondi online era utilizzabile solamente da
start-up/PMI innovative - ossia da una piccolissima parte dell'intero tessuto imprenditoriale italiano, costituito principalmente da
PMI.
In secondo luogo, la
tassazione del social lending è stata abbassata al 26%, come per i redditi degli strumenti finanziari;
rivoluzionando completamente un settore in cui, in precedenza, il fatto che l'
aliquota potesse arrivare addirittura al 43%
'soffocava' il potenziale interesse degli investitori per i
prestiti peer-to-peer.
Queste novità hanno dato un nuovo impulso al mercato portando, fra l'altro: all'
incremento degli importi investiti; allo sviluppo di
piattaforme di
real estate crowdfunding e al lancio di un
innovativo indice in grado di misurare l'apprezzamento (deprezzamento)
'teorico' dei titoli offerti nelle
campagne equity-based - per le quali si è altresì assistito al finanziamento tramite
syndicate funding e alla sottoscrizione attraverso l'
intestazione conto terzi»
13.
Nel solo 2018,
in Italia14,
il settore del crowdfunding (senza considerare l'invoice trading)
ha raccolto 111.556.334 milioni di Euro, portando la raccolta complessiva da quando è nato (
inception)
nel 2005 (con il
lancio di Produzioni dal Basso)
a 244.730.127 milioni di Euro. Un mercato che, nel giro di un solo anno,
ha pressoché raddoppiato i suoi volumi,
che nel 2017 si attestavano a 133.197.153 milioni di Euro complessivi,
grazie - soprattutto -
ai modelli per cui vi è un'espressa regolamentazione nel
quadro giuridico italiano: l'
equity ed il
social lending.
Anche se «un po' in ritardo rispetto ad altre nazioni europee»
15, la crescita annuale complessiva da
inception del crowdfunding italiano è stata la seguente
16:
- 65.662.455 milioni di Euro nel 2015;
- 91.767.549 milioni di Euro nel 2016 (+39,76%);
- 133.197.153 milioni di Euro nel 2017 (+45,14);
- 244.730.127 milioni di Euro nel 2018 (+83,74%).
Il che mostra un tasso di crescita medio del +56% anno su anno. Passando, poi, a suddividere la raccolta per singola tipologia di crowdfunding, i risultati che emergono sono i seguenti17:
- Donation e Reward18:
- 17.745.190 milioni di Euro nel solo 2018;
- 51.966.577 milioni di Euro complessivi da inception.
- Equity:
- 41.038.760 milioni di Euro nel solo 2018 (considerando le campagne che erano ancora in corso alla fine dell'anno e 36,069 milioni attraverso tutti i progetti effettivamente conclusi al 31/1219);
- 59.991.363 milioni di Euro complessivi da inception;
- Social lending20:
- 51.846.147 milioni di Euro nel solo 2018 (dati che differiscono da quelli censiti da P2P Lending Italia, che - invece - prende in considerazione una paniere di piattaforme differente);
- 127.09.412 milioni di Euro complessivi da inception secondo Starteed, valore che arriva (addirittura) a 297,6 milioni di Euro sulla base degli studi P2P Lending Italia (di cui si dirà dopo) e che tocca i 320.833.000 Euro sommando anche i prestiti sociali (si veda dopo);
- Do-it-yourself21:
- 926.236 mila di Euro nel solo 2018;
- 5.676.766 milioni di Euro complessivi da inception;
- Real estate22: 5,6 milioni di Euro di raccolta fino al 30/06/2018 (ricordando, però, che i dati della raccolta equity-based sono altresì inclusi nell'importo indicato in precedenza per il settore equity-based).
- Invoice trading23: 907,2 milioni di Euro al 31/12/2018.
Il mercato italiano, nel 2018, è stato caratterizzato da una forte presenza di piattaforme basate sulle ricompense (donation e reward), principalmente generaliste, ossia non orientate ad una tipologia di progetti specifici. Starteed ritiene che il motivo sia da ricercarsi nella «mancanza di regolamentazione»24; che - al contrario - sembrerebbe essere proprio il fulcro che ha consentito un «notevole aumento negli ultimi anni delle piattaforme di equity, [...] contribuendo ad una decisiva crescita del settore equity in Italia»25. In ogni caso va sottolineato come i portali censiti da Starteed per il 2018 rappresentano una fetta importante del settore, ma non contemplano tutte le piattaforme effettivamente online in Italia26.
Sulla base dei valori analizzati per le sole piattaforme oggetto dello studio di Starteed, il valore medio raccolta da inception per ogni singola campagna è27 di € 4.066 per progetti donation/reward, di € 284.319 per raccolte equity e di € 90.598 per i prestiti peer-to-peer. Mentre il numero di campagne censite da Starteed è28 di 12.780 nel finanziamento donation e reward e di 307 in quello equity. Il tasso di successo, invece, è stato del 75% per le raccolte equity nel solo 201829 e del 58% per quelle donation e reward sino al 201830 (anche se quest'ultimo dato fa riferimento ad un campione ristretto ma significativo di piattaforme in quanto non tutte presentano i dati utili all'analisi).
Può, ancora, essere utile riportare alcuni dei trend che si sono affermati soprattutto nel corso del 2018:
- Il coinvolgimento degli istituti bancari nel crowdfunding31. Le banche, a livello di tipologia di iniziative sviluppate nel mondo del crowdfunding32, hanno realizzato nel 45% dei casi delle vere e proprie piattaforme di finanziamento dal basso (come Com-Unity, Eticarim, For Funding, Insieme Doniamo, Meridonare e Terzo Valore), il 22% delle volte bandi e Call4Project (si vedano, ad esempio, le iniziative di Banca Etica - che spaziano dal donation e reward sino all'equity crowdfunding - oppure BPER Banca), nel 18% dei casi singole campagne di raccolta fondi (anche tramite portali DIY) e - infine - il 13% delle volte altre tipologie di progetti. Il crowdfunding sta, quindi, diventando «un perfetto alleato per rispondere al cambiamento che sta caratterizzando il mondo bancario»33, sempre più influenzato da una crescente disintermediazione finanziaria. «La maggioranza delle iniziative prevede partnership con il Terzo Settore, attraverso interessanti opportunità concesse ad enti Non-Profit da parte delle banche tramite la tipologia donation-based con le quali esse erogano fondi per supportare progettualità ad impatto sociale. Da notare inoltre la rilevanza dell'aspetto territoriale, molte piattaforme create da istituti bancari infatti si rivolgono principalmente al territori. [...] Degne di nota sono le iniziative di finanziamento laddove accompagnate dalla formazione fornita direttamente ai progettisti delle campagne»34.
- Il crescente utilizzo del finanziamento dal basso da parte delle Pubbliche Amministrazioni35 (anche attraverso il match-funding). Il 2018 è stato un anno di particolare interesse per le tematiche del civic crowdfunding e del match-funding. Per di più, a fine giugno, in Italia, a Bologna, si è anche tenuto il 3rd ECN CrowdCamp proprio incentrato su queste tematiche36. A livello italiano37, secondo i dati di Starteed38, i progetti civic-based e di match-funding hanno raccolto, complessivamente, circa 4 milioni di Euro. Le iniziative sono state principalmente promosse dalle stesse pubbliche amministrazioni (PA), anche attraverso «partnership con realtà del territorio, che sempre più frequentemente svolgono il ruolo di braccio destro delle Amministrazioni nella realizzazione operativa dei progetti. [...] Il connubio Pubblico e Crowdfunding è sicuramente un interessante fenomeno da monitorare, data la comunanza tra gli elementi alla base del Crowdfunding e i valori ai quali le Amministrazioni pubbliche sono sempre più spesso chiamate a rispondere: coinvolgimento della community, trasparenza dei finanziamenti, facilità di accesso e diffusione, innovazione dei sistemi, temi di interesse collettivo, partecipazione dal basso»39. Insomma, il crowdfunding consente alle PA di creare una strategia per «generare un senso di appropriazione del bene comune»40.
- Il ruolo dei network aziendali (corporate crowdfunding). Nel 2018, soprattutto nei modelli reward e donation, si è assistito - in maniera piuttosto incisiva - ad un avvicinamento delle aziende «al mondo del crowdfunding attraverso iniziative di CSR (Corporate Social Responsability) o di open innovation - alla ricerca di prodotti e idee nuove per un mercato che viene presidiato dall'azienda»41. Per di più l'interesse delle organizzazioni per il finanziamento dal basso ha dato vita ai cd. network aziendali, molto in voga su portali come Produzioni dal Basso.
- La diffusione del crowdfunding energetico. Verso la fine del 2018 (e soprattutto nei primi mesi del 2019) si è assistito all'ascesa del crowdfunding energetico anche in Italia42, ovvero all'utilizzo del finanziamento dal basso nel settore delle energie green e rinnovabili per la realizzazione di progetti sostenibili e di transizione energetica, al fine di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e contribuire allo sviluppo di infrastrutture e tecnologie innovative. Tra i portali attivi in questa nuova branchia vanno ricordati: Edison Crowd (lending), Ecomill (equity) oltreché WeAreStarting (equity).
- La prima quotazione in borsa di un portale di equity crowdfunding43 (iniziata a fine 2018 e conclusasi a gennaio 2019 - di cui si dirà dopo).
Giova - infine - ricordare che, proprio nel 2018, - a livello comunitario - il Parlamento Europeo ha avviato una discussione per la redazione di una regolamentazione per il crowdfunding in tutta l'UE: si tratta del Regolamento relativo ai fornitori europei di servizi di crowdfunding per le imprese - Regulation of the European Parliament and of the Council on European Crowdfunding Service Providers (ECSP) for Business44.
3. Dati del crowdfunding con ricompensa: i numeri delle raccolte donation, do-it-yourself, reward, royalty, civic e corporate.
In Italia, donation, reward, royalty e do-it-yourself (DIY) crowdfunding hanno raccolto45 circa 18,7 milioni di Euro nel solo 2018 e 57,7 milioni di Euro dal 2005 a oggi, con un tasso di successo medio (2005-2018) del 58%46 e un taglio medio di finanziamento di poco superiore ai 4 mila Euro47.
I portali reward e donation più performanti fino al 2018 sono stati48: Eppela con oltre 14,2 milioni di Euro raccolti; Produzioni dal Basso con oltre 8,1 milioni complessivi - di cui solo 2,2 milioni nel solo 201849; Rete del dono con 6,9 milioni di Euro donati da inception50 e Musicraiser con quasi 5 milioni di Euro finanziati. Si tratta, essenzialmente, degli stessi portali che erano ai primi posti anche nel 2017. Altre piattaforme che, sin dal loro lancio, hanno superato il milione di raccolta sono state51: BuonaCausa.org, Derev, Meridonare e TIMSostiene. Una particolarità degna di nota sul segmento donation-based è la raccolta dell'equivalente di quasi 52 mila Euro in BitCoin sul portale Helperbit52. In definitiva, la raccolta complessiva al 31/12/2018 è stata di quasi 52 milioni, di cui 17,7 milioni nel solo 2018.
Nel do-it-yourself crowdfunding53 la raccolta più ampia si è registrata su Starteed, che fino a oggi, ha finanziato progetti per 2,9 milioni di Euro. Segue FolkFunding - PDB.Plus, il portale DIY di Produzioni dal Basso, con 861 mila Euro. Chiude il podio la soluzione DIY di Ginger con circa 485 mila Euro. Le altre soluzioni do-iy-yourself hanno, invece, permesso di raccogliere complessivamente 1,4 milioni di Euro.
Nel royalty crowdfunding la crescita è stata pressoché nulla54. Invece, per quanto riguarda il modello civc, la raccolta complessiva realizzata nel 2017 è da intendersi come una frazione di quella censita per le tipologie donation-based e reward-based, oltreché - per buona parte - di quelle do-it-yourself.
A livello di civic crowdfunding, tra i Comuni più attivi si trovano55 - nell'ordine - di Milano (€ 664.333 con 18 progetti), Bologna (€ 339.743 con un progetto), Torino (€ 101.374 con 2 progetti) e Bra (€ 52.514 con 3 progetti). Infine, per i dati del corporate crowdfunding non esistono dati specifici disponibili.
4. Dati del crowdinvesting: le statistiche di equity crowdfunding, social lending, real estate e invoice trading.
Nel crowdinvesting esistono ricerche al 31/12/2018 solamente per l'equity crowdfunding. Al contrario, per social lending e invoice trading è possibile dedurre la raccolta a fine 2018 analizzando diversi studi di settore.
In generale, i dati che emergono sono molto positivi e mostrano un buon trend di crescita. Grazie a equity crowdfunding, social lending e real estate sono stati raccolti, complessivamente, dal 1° luglio 2017 al 30 giugno 2018 oltre 249 milioni di Euro - dei quali ben 153 milioni solamente nel 2018. Nel primo semestre dell'anno in corso, il giro d'affari è stato «superiore a tutto il 2017» ed è migliorata anche la qualità delle offerte, «grazie a tecniche di investimento sempre più sofisticate e alla progressiva specializzazione degli operatori in ambiti ben determinati» - come riportano diverse fonti56, tra cui Corriere della Sera, StartupItalia, CorCom ed EconomyUp.
Equity57. Secondo i dati dell'Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano
58 che, attraverso l'
Italian Equity Crowdfunding Index, si occupa di mappare l'evoluzione e l'andamento del mercato italiano dell'
equity crowdfunding,
la raccolta effettuata da campagne che si sono chiuse con successo nel 2018 è stata pari a poco più di € 36 milioni (+209%), il triplo rispetto all'anno precedente (nel
2017 la raccolta ha sfiorato € 11,7 milioni). La crescita a tre cifre è stata determinata da
tre fattori principali:
- L'apertura del mercato a tutte le Piccole e Medie Imprese (PMI);
- L'avvio dei portali specializzati nelle operazioni immobiliari (real estate crowdfunding);
- La capacità dei portali più importanti di catalizzare investitori e imprenditori, grazie alla loro massa critica (si pensi che l'83% della raccolta è attribuibile a solo 5 piattaforme).
Dal suo inizio nel 2013, fino al 3 gennaio 2019, la situazione del
mercato italiano dell'equity crowdfunding era la seguente. I
portali effettivamente operativi in Italia erano 32,
di cui 30 in qualità di
'gestori autorizzati' e due come
gestori 'di diritto', con una «
forte concentrazione nel Centro-Nord con un evidente
accentramento sulla città di Milano, che nell'ultimo anno è diventata polo di attrazione delle maggiori iniziative imprenditoriali di innovazione tecnologica»
59. Il
totale delle offerte pubblicate era pari a 316 (+104% rispetto ad
un anno fa), delle quali il
70,7% terminate con successo, valore ancora in crescita in confronto ai dati del 2018. Nell'ultimo anno sono state 108 le
offerte lanciate: il 34% del totale storico. Le
società che hanno fatto ricorso all'equity crowdfunding sono state 290 (+94,6% sul 2017). Suddividendole per
tipologia, le percentuali sono rimaste pressoché uguali nell'arco di tutto l'anno: l'83% delle aziende erano
start-up innovative, il 9%
PMI innovative, il 1%
veicoli di investimento e il 7% altre tipologie di
PMI (valori al 3 gennaio 2019). Il
target medio di raccolta si è attestato su
€ 213.083, pari ad un livello ricompreso nella forbice di oscillazione annuale; ma
in calo rispetto al 2017. La
quota media del capitale proprio offerto si è ulteriormente ridotta, soffermandosi su di un valore dell'
11,9% (un punto percentuale in meno dal 2017). Prendendo in considerazione le sole 195
campagne chiuse con successo, la
percentuale media di raggiungimento del target è aumentata del
+16% sul 2017, segnando quota
186,4%. In crescita del
+32% rispetto al 2017 anche il
il numero medio di investitori di ogni progetto, che è passato a
73,5.
Nel 2018 si è altresì assistito al ritorno sui portali di numerosi emittenti per raccogliere denaro «per una seconda, a volte terza volta, a multipli crescenti. Questo fa ben sperare sulla crescita delle aziende interessate nel futuro. Nonostante l'aumento delle piattaforme autorizzate, c'è stato un aumento della concentrazione dei volumi su pochi grandi portali, che hanno saputo raggiungere una dimensione minima per generare un network apprezzabile di possibili investitori
»60.In definitiva, il
capitale complessivamente raccolto da quando l'equity crowdfunding è stato introdotto nell'
ordinamento giuridico italiano ha superato i 55 milioni di Euro: un significativo
+189% da dicembre 2017.
Le piattaforme con il maggior numero di campagne pubblicate - a partire dal primo gennaio 2013 - sono state, in ordine:
CrowdFundMe (61),
Mamacrowd (57),
OpStart (44) e
StarsUp (41). In termini di fondi raccolti per ogni progetto la classifica cambia leggermente, anche negli attori. Al primo posto c'è Mamacrowd con 14,8 milioni di Euro, seguita da
CrowdFundMe con 11,2 milioni di Euro e poi da
Walliance (
real estate equity crowdfunding) con 7,5 milioni di Euro.
Per quanto riguarda ll'
Italian Equity Crowdfunding Index, il suo valore al 3 gennaio 2019 era di
113,96. L'Italian Equity Crowdfunding Index è «un
indice sintetico dell'apprezzamento 'teorico' del valore dei titoli sottoscritti dalla 'folla' di Internet»
61 che è stato introdotto dall'Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del
Politecnico di Milano (
PoliMi) a
novembre 2017. Questo significa che «se un investitore italiano avesse sottoscritto l'1% di ogni operazione di equity crowdfunding chiusa con successo fino a quella data», il valore teorico del suo portafoglio sarebbe cresciuto del 13,96% il 17 dicembre 2018
62. Nel complesso, dal lancio di novembre 2017 la
crescita complessiva dell'indice nell'arco di un anno è stata del +13,96%.
Infine, può essere interessante sottolineare alcune delle principali novità introdotte nel 2018 nel settore. Fra queste, particolare menzione va fatta circa: l'introduzione di modalità
differenti modalità di sottoscrizione delle
quote/azioni (
syndication e
intestazione conto terzi) e la
prima quotazione in borsa di un portale di equity crowdfunding62 (vale a dire
l'ingresso di CrowdFundMe su AIM Italia di Borsa Italiana).
Social lending64. I risultati del
social lending alla fine quarto trimestre 2018 (
2018Q4) -
escludendo le piattaforme che utilizzano il lending crowdfunding nel real estate - mostravano una
raccolta complessiva65 di 297,6 milioni di Euro e di 320,8 milioni di Euro considerando anche i capitali raccolti con i prestiti sociali66.
Analizzando i
singoli comparti,
nei prestiti tramite social lending per le aziende, alla fine del 2018Q4,
si erano registrati crediti complessivi per 18,3 milioni di Euro con una crescita del +86% sui dati analoghi del 2017 -
anche se tale importo riguarda unicamente i portali BorsadelCredito.it (che ha segnato una
crescita del +134% nell'ultimo anno67) e
October (ex Lendix) e non include, invece,
Prestacap e
The Social Lender68.
Mentre il numero di prestiti erogati alle imprese è arrivato a 90, il ticket medio del credito si è afermato a quota € 203.313.
Per quanto riguarda i prestiti ai privati (ossia alle
persone fisiche), nel quatro trimestre 2018,
sono stati erogati 27,3 milioni di Euro con un +63% rispetto allo stesso trimestre del 2017 -
sebbene siano considerate solo quattro (
Prestiamoci,
Smartika,
Soisy e
Younited Credit)
delle sei/sette piattaforme effettivamente attive in Italia (all'appello mancano, infatti, i dati di
BLender e
MotusQuo, oltreché di
Bondora). Si tratta di un
ennesimo nuovo record trimestrale, che mette in luce una
crescita del settore pari al +8% rispetto al 2018Q3 e del .
In generale sono stati erogati 3.468 prestiti ai privati, con una media di € 8.089 per ogni persona.
Nel comparto dei prestiti sociali (Sociallending e Terzo Valore di Intesa Sanpaolo), la raccolta complessiva69 fino alla fine del 2018 è stata di Euro 22.833.000.
Per avere dei dati più dettagliati sul settore, è possibile ricorrere alle stime del PoliMi, che - anziché riferirsi all'intero 2018 - si fermano al 30 giugno 2018
70. Nello specifico, nel social lending sono stati raccolti
216,9 milioni di Euro totali, dei quali 132,3 milioni dal 1° luglio 2017 alla fine dello scorso giugno:
un importo pari al doppio di quanto registrato nei dodici mesi precedenti.
Nei soli primi sei mesi del 2018, al contrario, sono stati finanziati prestiti per un controvalore totale di
€ 94 milioni - dato in crescita del
+245% rispetto agli ultimi sei mesi del 201771.
Nel mercato, secondo il PoliMi, al 30 giugno 2018, operavano 11
piattaforme:
6 portali per prestiti per i privati (7 aggiungendo anche Bondora) e
5 per quelli alle aziende (in cui figura anche il sito per il real estate
Housers). A queste, si aggiungono anche le
2 piattaforme per i prestiti sociali: Terzo Valore e Sociallending. Il
portale che, a fine giugno 2018, aveva erogato più prestiti, nell'arco degli ultimi 12 mesi, era il sito francese
Younited Credit,
con 77,2 milioni di Euro nel settore consumer; seguito da due piattaforme
business: BorsadelCredito.it (24,2 milioni di Euro) e Lendix (17,5 milioni di Euro). Un interessante elemento mostrato dal PoliMi è che tutti i portali analizzati si affidano a un fondo di garanzia in caso di insolvenze ed operano attraverso il
modello di raccolta diretto, in cui è il prestatore a scegliere in quali prestiti allocare i propri risparmi, oppure tramite
quello 'diffuso', in cui è la piattaforma stessa che suddivide gli investimenti su più prestiti al fine di ridurre il rischio per il finanziatore. Si può, poi, ricordare come le
novità normative (ad esempio
tassazione al 26% dei proventi) abbia
contribuito positivamente alla crescita del settore,
anche se il social lending italiano resta sempre distante dai volumi dei competitor stranieri.
Infine, giova ricordare che nel settore lending-based del crowdfunding energetico, sono stati raccolti72 anche 400 mila Euro su Edison Crowd a fine 2018, con due progetti: una centrale idroelettrica a Palestro (in provincia di Pavia) e un impianto di teleriscaldamento a Barge (in provincia di Cuneo).
Real estate. Il real estate crowdfunding, sbarcato in Italia nel corso del 2017, aveva totalizzato73, al 30 giugno 2018, 5,6 milioni di Euro di raccolta, suddivisi in 2,6 milioni tramite finanziamenti equity-based e 3 milioni attraverso prestiti in modalità lending-based. Tale comparto del crowdinvesting rappresenta sicuramente una delle novità più significative del settore. Quando tali dati erano stati rilevati, i portali unicamente attivi erano: Walliance (che ricorre alla raccolta equity) ed Housers (che, al contrario, si affida al social lending). I progetti finanziati era 15 in totale, dei quali 12 mediante prestiti e 3 con finanziamenti equity.
Alla fine del 2018, le piattaforme real estate attive in Italia erano 5: oltre alle due precedenti ve ne erano altre due equity (Concrete e House4Crowd), una lending-based (Trusters). In realtà era presente anche Italy Crowd, che però non sono disponibili dati e non rientra nelle ricerche del settore. La raccolta complessiva equity-based sino al 2018 si aggirava sugli 8,262 milioni di Euro74, mentre per il real estate in modalità social lending non vi erano dati ufficiali.
Sulla base delle stime del PoliMi75, a livello mondiale, invece, vi sono un centinaio di piattaforme di real estate crowdfunding: a primeggiare sono quelle statunitensi con un giro d'affari che tocca i 5,8 miliardi di Euro; a confronto, l'Europa si ferma a 'soli' 2,1 miliardi.
Relativamente al settore real estate italiano, lato equity-based, va sottolineato (come accennato in precedenza) che nel mese di novembre 2018 si è verificata la prima exit di un progetto di equity crowdfunding proprio all'interno del segmento immobiliare: si è trattato della campagna Jesolo Baia Blu su Walliance76.
Invoice trading77. Secondo i dati censiti da P2P Lending Italia78, da inception sino al 31/12/2018 sono stati raccolti oltre 907,2 milioni di Euro attarverso l'invoice trading nel mercato italiano. Va detto, però, che tali valori tendono a sottostimare la reale grandezza del mercato italiano, in quanto le analisi riguardano unicamente una parte dei portali esistenti in Italia79 (CashMe, Credimi, Fifty e Workinvoice - con l'esclusione di CashInvoice, Cash Trading e CrowdCity). Si tratta, in ogni caso, di dati che - a detta dello stesso P2PLI - evidenziano un «tasso di crescita dei volumi nell'anno appena trascorso [...] superiore alle [...] più rosee aspettative». Ad ogni modo, anche se non per tutti sono disponibili dati al 31/12/2018, i portali di invoice trading effettivamente operativi a fine 2018 in Italia erano 7: CashMe, CashInvoice, Cash Trading, Credimi, CrowdCity, Fifty e Workinvoice.Dettagli più accurati sul settore sono stati individuati dal PoliMi, ma si riferiscono ad un periodo di osservazione che si conclude al 30 giugno 201880. Il totale delle fatture anticipate aveva un valore complessivo pari a € 612,2 milioni, di cui ben € 493 milioni dal 1° luglio 2017 al 30 giugno 2018. «Il tasso di crescita è stato così consistente che quasi metà dell'intero ammontare è stato erogato nel primo semestre del 2018»81. Fifty, al 30/06/2018, era al primo posto con 268 milioni di Euro cumulati, «in virtù della sua caratteristica di portale dedicato al credito di filiera, aperto a grandi imprese che fanno da 'traino' rispetto ai propri fornitori e finanziato da un fondo di credito. Workinvoice è al secondo posto, con € 146,3 milioni»82 e chiudeva il podio, con € 122,3 milioni, Credimi - «l'unico portale ad essere autorizzato come società finanziaria dalla Banca d'Italia e [che] quindi acquista direttamente le fatture, che vengono poi cartolarizzate attraverso la creazione di asset backed securities sottoscritte da fondi di investimento»83. A livello di numero di fatture cedute, al 30 giugno 2018, in testa c'era Credimi con 7.561, seguita - a distanza - da Workinvoice con 2.851. «Ne consegue che l'importo medio delle fatture acquistate da Credimi è più basso rispetto a quelle cedute sugli altri portali»84.
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