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Finanza alternativa per PMI, i dati ufficiali del PoliMi


Buoni risultati per crowdfunding, crowdinvesting e ICOs

L'Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano (PoliMiha presentato il nuovo report La finanza alternativa per le PMIlunedì 12 novembre 2018, presso il campus Bovisa.

I nuovi dati presentati sul crowdinvesting presentano risultati estremamente interessanti per il settore, come ricorda BeBeez.

In base alla Quaderno di ricerca 'La finanza alternativa per le PMI in Italia', «l'equity crowdfunding ha visto un ottimo tasso di crescita negli ultimi mesi, anche grazie all'estensione a tutte le PMI di questa opportunità, inizialmente riservata a start-up e PMI innovative. Sono 214 le aziende italiane che hanno provato a raccogliere capitale di rischio», tramite equity crowdfunding, «sulle piattaforme Internet autorizzate fino al 30 giugno 2018, assicurandosi attraverso 134 campagne chiuse con successo un funding pari a € 33,3 milioni (di cui € 11,6 milioni nel 2017 e € 14,2 milioni nella prima metà del 2018). Si tratta in gran parte di piccole start-up», ma il PoliMi si attende «un buon tasso di crescita per il futuro con le operazioni in ambito real estate e le campagne che saranno lanciate da PMI mature». Per migliorare i risultati, «in questo segmento della finanza alternativa occorre agire sull'educazione finanziaria verso i cittadini, affinché conoscano meglio questa opportunità: ad oggi gli italiani che hanno sottoscritto una campagna di equity crowdfunding sono lo 0,1% della popolazione».

Al contrario, «le piattaforme di lending hanno erogato a titolo di prestito alle PMI italiane € 60,3 milioni fino al 30 giugno 2018, di cui € 53,9 negli ultimi 18 mesi precedenti. Escludendo le ditte individuali, si può stimare che questo canale abbia supportato circa 250 PMI italiane. Anche questo mercato» del social lending «è destinato a crescere, grazie all'afflusso annunciato di capitali da investitori professionali che si affiancheranno ai piccoli risparmiatori di Internet».

Per il crowdfunding, completa il quadro il modello reward: «si parla di campagne di piccolo importo (condotte soprattutto su portali USA come Kickstarter e Indiegogo) che imprese italiane in fase di avvio hanno condotto per raccogliere denaro offrendo in cambio prodotti e ricompense non monetarie. Stimiamo in € 7 milioni la raccolta effettuata, senza prospettive di crescita rilevante per il futuro», quindi, per il finanziamenti dal basso reward-based.

In aggiunta, «le piattaforme di invoice trading italiane hanno mobilitato fino al 30 giugno 2018 € 612,2 milioni, di cui € 580,8 milioni negli ultimi 18 mesi. Va però notato che il ciclo di investimento in questo ambito è molto più corto, trattandosi della cessione a investitori professionali di fatture commerciali a scadenza mediamente 3-4 mesi, che vengono spesso utilizzate come sottostante per operazioni di cartolarizzazione. Molte delle risorse conteggiate sono quindi state reinvestite più volte nell'arco del periodo, e le stesse imprese hanno ceduto più fatture nel tempo. Si può stimare che» l'invoice trading «sia stato utilizzato da 900 PMI italiane, e quindi è lo strumento relativamente più utilizzato fra tutti quelli considerati. Le prospettive per il futuro sono positive; si tratta di uno dei comparti che sta crescendo di più e l'unico nel panorama preso in esame dove l'Italia regge il confronto in Europa».

Infine, «il grande interesse cresciuto nel 2017 e nel 2018 attorno alle criptovalute e alla tecnologia blockchain ha spinto diversi imprenditori a lanciarsi nel mercato delle Initial Coin Offerings (ICOs) raccogliendo capitali su Internet offrendo in sottoscrizione token digitali e disintermediando completamente piattaforme terze e circuiti di pagamento tradizionali. I token consentono ai sottoscrittori di accedere a prodotti e servizi, a volte di partecipare attivamente al progetto imprenditoriale. Sono spesso scambiati su piattaforme specializzate e questo rende labile il confine fra le ICOs e la sottoscrizione di investimenti finanziari. Sicuramente la normativa dovrà provvedere al più presto a definire un quadro di riferimento per consentire lo sviluppo 'sano' di questa prassi, potenzialmente molto interessante per le PMI, e industrializzarne i processi».

Gli interessati alla ricerca dell'Osservatorio Crowdinvesting, possono scaricare il paper - messo a disposizione gratuitamente - cliccando sul documento PDF riportato qui sotto.




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