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L'equity crowdfunding supera i 60 milioni, ma cala il valore dell'indice del mercato


Flessione dell'Equity Index nonostante le novità del settore

Il valore dell'indice italiano del mercato dell'equity crowdfunding diminuisce del 2,2% rispetto a gennaio 2019. In base alle stime più recenti, aggiornate al 2 marzo e riferite al mese di febbraio 2019, l'indice è attualmente ad un livello di 110,89, non troppo distante da quello registrato a luglio 2018. Rispetto a un anno fa, la crescita negli ultimi 12 mesi non è stata indifferente: +5 punti percentuali.

L'Italian Equity Crowdfunding Index è «un indice sintetico dell'apprezzamento 'teorico' del valore dei titoli sottoscritti dalla 'folla' di Internet» che è stato introdotto dall'Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano (PoliMi) a novembre 2017. Questo significa che «se un investitore italiano avesse sottoscritto l'1% di ogni operazione di equity crowdfunding chiusa con successo fino a quella data», il valore teorico del suo portafoglio sarebbe cresciuto del 10,89% il 2 marzo 2019.

Tale indice fa riferimento al solo fenomeno dell'equity crowdfunding italiano e il 2 marzo 2019 si riferiva al seguente scenario. 
portali effettivamente operativi in Italia erano 32, di cui 30 in qualità di 'gestori autorizzati' e due come gestori 'di diritto', esattamente come a dicembre 2018. Il mercato non ha, quindi, visto l'ingresso di nuove piattaforme negli ultimi due mesi. In confronto a un anno fa, al contrario, l'aumento è di 10 unità ed ha riguardato i 'gestori autorizzati', poiché quelli 'di diritto' sono rimasti esattamente gli stessi di 365 giorni fa.
Le campagne in raccolta, al 2 marzo 2019, erano 35, una in più rispetto al mese scorso. Il totale delle offerte pubblicate era pari a 339 (+96% rispetto ad un anno fa), delle quali il 71% terminate con successo - valore piuttosto stabile negli ultimi 30 giorni. Prendendo in considerazione le sole campagne lanciate nel 2019 (28), il tasso di successo continua la sua lenta contrazione, soffermandosi - ora - al 71,4% - contro l'84,2% di un anno fa. In sostanza, poco meno di 3 progetti su quattro continuano sempre a raggiungere almeno l'obiettivo target o, addirittura, vanno in overfunding.
Le società che hanno fatto ricorso all'equity crowdfunding sono state 311, un valore quasi raddoppiato rispetto alle 165 di 365 giorni fa e in aumento del +3% rispetto a 30 giorni fa. Suddividendole per tipologia, le percentuali sono rimaste pressoché uguali a quelle rilevate in precedenza: l'82% delle aziende erano start-up innovative, il 10% PMI innovative, il 1% veicoli di investimento e il 7% altre tipologie di PMI. Persiste la prevalenza delle start-up innovative, ma continuano a crescere le Piccole e Medie Imprese che ricorrono al crowdfunding equity-based: in un anno, infatti, sono passate da 1 a 23.
Il target medio di raccolta si è attestato su € 200.088 in netto calo rispetto all'andamento medio del dato negli ultimi mesi e di oltre 30 mila Euro più basso rispetto a febbraio 2018. La quota media del capitale proprio offerto si è ulteriormente ridotta, soffermandosi su di un valore del 11,5% (era del 15,13% un anno fa).
Prendendo in considerazione le sole 215 campagne chiuse con successo, la percentuale media di raggiungimento del target è rimasta abbastanza stabile (187,9%), con un aumento mensile del +0,3% e del +13,5% annuale.
Il numero medio di investitori di ogni progetto si ferma a 74,9: in calo di quasi un'unita rispetto a gennaio, ma con un notevole +22,7% anno su anno.

In definitiva, il capitale complessivamente raccolto da quando l'equity crowdfunding è stato introdotto nell'ordinamento giuridico italiano ha superato i 60,7 milioni di Euroun leggero +1,2% dall'ultima rilevazione e un significativo +169% rispetto ad un anno fa. Dei quali, come si vedrà meglio in seguito, il 15,5% tramite il settore immobiliare e il 9,1% nel mercato energetico.

Le piattaforme con il maggior numero di campagne pubblicate - a partire dal primo gennaio 2013 - sono state, in ordine: CrowdFundMe (67), Mamacrowd (62) e OpStart (46). Un anno fa la classifica vedeva CrowdFundMe (34) al primo posto, seguita da StarsUp (29) e Mamacrowd (27).
In termini di fondi raccolti per ogni progetto la classifica cambia leggermente, anche negli attori. Al primo posto c'è Mamacrowd con 15,6 milioni di Euro, seguita da CrowdFundMe con 12,8 milioni di Euro e poi da Walliance (real estate equity crowdfunding) con 8,6 milioni di Euro. A gennaio 2018, invece, c'era sempre Mamacrowd in testa con 5,9 milioni di Euro, seguita a ruota da CrowdFundMe con 4,4 milioni di Euro e chiudeva il podio StarsUp con 3,3 milioni di Euro.

Per quanto concerne i soli portali di real estate equity crowdfunding, la raccolta complessiva da inception ammonta complessivamente a 9,352 milioni di Euro di cui il 92% su Walliance e il restante 9% su Concrete attraverso 10 progetti, di cui l'80% su Wallaince e il restante 20% su Concrete. Interessante il tasso di successo che è del 100% nel settore del real estate equity crowdfunding per ora. Si tratta di valori in linea con quelli del mese scorso. A questi dati va anche aggiunta la raccolta di 112 mila Euro realizzata da Domus Ludovisi su BacktoWork24 (come riporta Crowdfunding Buzz).

Infine, si può ricordare che nel mese di febbraio 2019, il settore dell'equity crowdfunding ha assistito a due interessanti novità. In primo luogo, si è verificata la prima exit dopo una campagna di finanziamento dal basso equity-based (non immobiliare) ed è altresì stata annunciata la prima distribuzione di dividendi da parte di una PMI innovativa che si era finanziata tramite equity crowdfunding. Nel primo caso la start-up Kiunsys, che si era finanziata nel 2015 su StarsUp, ha venuto il 100% delle sue quote ad un'altra società. Nel secondo, invece, «Cesynt, PMI innovativa che aveva raccolto 250k su OpStart per il progetto iSkilled, ha annunciato un fatturato record per il 2018 e la distribuzione di 50k di dividendi al crowd», come ha riprotato Crowdfunding Buzz.

* Le immagini riportate sono state realizzate dal Politecnico di Milano sulla base dei dati raccolti dallo stesso ente e sono gratuitamente consultabili sul sito dell'Osservatorio sul Crowdinvesting.



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