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StarsUp, il primo portale 'autorizzato' per l'equity crowdfunding in Italia


Le sfide future della piattaforma raccontate a Crowdfunding Cloud

Per l'intervista di oggi, vi proponiamo l'interessante chiacchierata che abbiamo avuto con StarsUp, la prima piattaforma di equity crowdfunding ad aver ottenuto la qualifica di gestore 'autorizzato' da parte di Consob.
Con StarsUp abbiamo parlato dell'evoluzione del settore, della normativa italiana e dei possibili impatti della Regolamentazione ECSP. Ci siamo concentrati anche sulle offerte tramite campagne e sui relativi benefici per offerenti e investitori. Infine, ci è stata presentata un'interessante disamina dei dati del crowdfunding a oggi e dei progetti futuri di StarsUp.
 
Come e soprattutto con chi nasce StarsUp?
«StarsUp è il primo portale di equity crowdfunding ad essere stato autorizzato in Italia come gestore 'autorizzato' ed è nato a seguito di un'analisi del sistema imprenditoriale da cui è emerso in modo evidente che un vasto numero di validi progetti imprenditoriali, anche con valenza sociale, per potersi avviare e/o sviluppare avrebbe bisogno di capitale, soprattutto nella forma di capitale di rischio, ma, per la difficoltà di reperirlo, spesso rimane solo 'sulla carta'. Anche per le iniziative con le migliori prospettive, la raccolta del capitale rappresenta la fase più difficile da superare e di conseguenza molte aziende 'potenzialmente di grande successo' non riescono invece a decollare.
Inoltre molti soggetti, investitori professionali, aziende o persone fisiche, dispongono oggi di molta liquidità finanziaria che investirebbero volentieri in iniziative imprenditoriali o sociali di loro gradimento, per diversificare il proprio portafoglio di attività, per ottenere un beneficio economico futuro, per spirito imprenditoriale e/o volontà di far parte di una iniziativa di successo. Spesso però non hanno conoscenza di iniziative che potrebbe interessargli e/o non hanno l'opportunità di entrare in contatto con esse.
StarsUp è stata fondata da 3 soci, dottori commercialisti con molti anni di esperienza nella consulenza alle aziende, e nasce proprio dall'esigenza di far incontrare buone idee, finanza 'paziente' e persone in grado di sviluppare progetti imprenditoriali. Il tutto in modo assolutamente trasparente e disintermediato.
Ci siamo costituiti a luglio del 2013 e quindi proprio da poco abbiamo festeggiato i primi 5 anni di attività. Cinque anni impegnativi, stimolanti e ricchi di soddisfazioni. Siamo contenti di aver dato avvio ad un mercato che sta facendo registrare una crescita importante».

Come funziona l'equity crowdfunding e come lo interpretate all'interno di StarsUp?
«Le piattaforme di crowdfunding stanno rappresentando sempre di più una valida alternativa a disposizione delle imprese, principalmente per poter ottenere finanziamenti per i propri progetti di sviluppo, ma anche come banco di prova per valutare il proprio business e le sue probabilità di successo, per un'indicazione su quale strategia di comunicazione sia meglio attuare ed in generale per far crescere la propria community ed il proprio network.
Esistono varie forme di crowdfunding: il donation (donazioni), il reward (nel quale si ottengono ricompense), il lending (prestiti) e l'equity crowdfunding che è quello in cui, come contropartita delle somme versate, il finanziatore ottiene una partecipazione nel capitale (equity) della società che effettua la raccolta.
L'azienda, pertanto, con l'equity crowdfunding effettua on-line un'offerta al pubblico di strumenti finanziari (quote o azioni) per raccogliere capitale di rischio. L'attività è regolamentata e vigilata dalla Consob e oggi estesa, in Italia, a tutte le PMI.
Il nostro è stato il primo Paese a dotarsi di una regolamentazione specifica per questo innovativo strumento di finanza.
In StarsUp, ad oggi, facciamo esclusivamente equity crowdfunding seguendo la Regolamentazione Consob».

Disciplina giuridica dell'equity crowdfunding.

a) Quale è lo scenario giuridico attualmente in vigore in Italia?
«L'equity crowdfunding normativamente nasce con il Decreto Legge 18 ottobre 2012, n.179 (cd. 'Decreto Crescita 2.0') che ha introdotto nell'ordinamento giuridico italiano una nuova tipologia di impresa, la cd. start-up innovativa, alla quale sono state concesse importanti agevolazioni di natura civilistica, giuslavoristica, fiscale e finanziaria tra cui la possibilità di ricorrere all'equity crowdfunding, la cui regolamentazione di dettaglio è stata poco dopo predisposta dalla Consob con l'emanazione di un apposito Regolamento. Buona parte delle misure di sostegno previste per le start-up innovative, tra cui la possibilità di effettuare la raccolta di capitali attraverso equity-crowdfunding, sono state successivamente estese anche alle cd. PMI innovative introdotte con il Decreto Legge 24 gennaio 2015, n. 3 (noto anche come 'Investment Compact').
Infine, con la Legge di Bilancio 2017, la possibilità di effettuare campagne di raccolta attraverso equity crowdfunding è stata estesa a tutte le PMI.
Tra le principali caratteristiche della normativa ci sono le seguenti:
  • I gestori dei portali su cui si effettua la raccolta sono iscritti in un apposito registro tenuto dalla Consob;
  • E' prevista un'ampia tutela dell'investitore 'non professionale', che deve poter assumere una decisione consapevole in relazione a strumenti finanziari particolarmente rischiosi (partecipazioni al capitale di rischio, spesso di imprese anche neo-costituite e/o con progetti molto innovativi e pertanto ulteriormente incerti);
  • La tipologia di aziende che possono effettuare la raccolta di capitale, a seguito della progressiva estensione di cui si è detto, è ampissima;
  • La procedura di investimento può essere effettuata interamente on-line;
  • L'ammontare massimo dell'offerta deve essere inferiore a 5 milioni di Euro;
  • La possibilità di effettuare investimenti è aperta a tutti i tipi di investitori, persone fisiche e persone giuridiche, con un solo vincolo rappresentato dal fatto che almeno il 5% dell'ammontare raccolto deve essere sottoscritto da investitori professionali (banche, imprese di assicurazione, fondi pensione e imprese di grandi dimensioni interessate, ad esempio, ad acquisire quote di aziende innovative in attuazione di strategie di Open Innovation) o da fondazioni bancarie o da 'incubatori certificati' di start-up innovative o da 'investitori a supporto delle PMI' [salvo un particolare caso che riduce la percentuale al 3%, ndr].
L'attenzione posta al continuo adeguamento ed al perfezionamento della regolamentazione di settore fanno sì che l'Italia, primo Paese a regolamentare l'equity crowdfunding, sia considerata all'avanguardia nella legislazione di settore ed una best practice a livello internazionale».

b) Con riferimento alla disciplina Europea, cosa ne pensate della Regolamentazione ECSP?
«Senza dubbio l'ultima bozza di normativa sull'investment crowdfunding della commissione Affari economici e monetari del Parlamento Europeo è un grande passo avanti rispetto alle precedenti proposte, con la previsione dell'innalzamento della soglia massima di raccolta del capitale a 8 milioni, il maggior coinvolgimento delle autorità di vigilanza nazionali, la possibilità di comunicare le campagne di crowdfunding e l'apertura al mondo delle Initial Coin Offering (ICO).
Per poter avere un quadro corretto bisognerà tuttavia attendere il testo che dovrà essere approvato dal Parlamento Europeo. Sicuramente lo scenario è interessante, per le piattaforme che vorranno confrontarsi sul mercato Europeo».

Quale esigenze può soddisfare una campagna di equity crowdfunding per una impresa?
«Alle imprese l'equity crowdfunding consente di raggiungere, grazie al web, un numero potenzialmente vastissimo di investitori, di superare il 'sistema delle garanzie', che ancora caratterizza fortemente l'ottenimento di risorse finanziarie da parte delle aziende, di avere risorse finanziarie nella forma di mezzi propri, capitale 'paziente', sicuramente adatto a sostenere una fase di sviluppo d'impresa o di lancio di un nuovo prodotto. L'operazione, inoltre, è piuttosto rapida e generalmente non eccessivamente onerosa.
Il buon esito dell'operazione rappresenta anche un significativo test di mercato sulla bontà del prodotto o del piano di sviluppo e può rafforzare la credibilità 'finanziaria' dell'emittente agevolando l'accesso ad ulteriori fonti di finanziamento e ponendo le basi per una eventuale e successiva fase di espansione.
Altro aspetto importante è il fatto che il lancio di una campagna permette comunque una grande visibilità (anche internazionale) e le relazioni/contatti che si producono creano comunque valore per l'azienda in quanto in grado di rafforzare la community dei 'portatori d'interesse'.
E' stata creata, in pratica, l'opportunità per le imprese di raccogliere, senza intermediazione, le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione di un piano industriale, basandosi unicamente sul progetto proposto e sulla propria credibilità; un cambio di paradigma importante nella fase di avvio e di sviluppo di un'impresa.
Naturalmente non va dimenticato che si tratta di un'operazione di carattere straordinario che incide sui diritti patrimoniali e amministrativi e sulla vita futura della società. Occorre pertanto prepararsi a gestire il passaggio da una compagine sociale generalmente ristretta ad una più allargata, con tutte le eventuali implicazioni in tema di governance aziendale e di disclosure sulle attività ed i piani della società.
L'accesso ai mercati dei capitali comporta, d'altra parte, un cambiamento culturale ed operativo nel modo di fare impresa».

E per gli investitori?
«Gli investitori hanno a disposizione l'opportunità di conoscere ed analizzare un numero elevato di iniziative imprenditoriali, anche lontane dal proprio bacino territoriale o socio-economico di riferimento.
Gli elementi che possono incidere sulle scelte di investimento sono molteplici: le aspettative in merito all'eventuale profitto realizzabile (in caso di disinvestimento o distribuzione di utili), gli eventuali benefici fiscali (per chi investe in start-up innovative), ma anche fattori più emozionali ed 'immateriali'.
Principalmente da un punto di vista degli investitori, va tenuto sempre presente il fattore 'rischio dell'investimento', che è elevato, ed in particolare il rischio di perdita del capitale investito (rischio intrinseco del progetto imprenditoriale, a maggior ragione se particolarmente innovativo o ancora in fase di avvio) ed il rischio connesso alla 'illiquidità' delle quote o azioni acquisite.
Si tratta comunque di uno strumento che, adatto ai nuovi paradigmi di consumo dettati da web, permette all'utente di diversificare, in modo consapevole, indipendente ed autonomo, i propri investimenti, tutto on-line, con pochi passaggi».

Com'è evoluto il mercato dell'equity crowdfunding? Quali sono le previsioni per il futuro?
«Dopo un inizio prudente, dovuto probabilmente all'estrema innovatività dello strumento e ad un mercato scarsamente popolato di piattaforme (oggi sono 30 quelle autorizzate), di investitori (in Italia il mercato del capitale di rischio fa spesso fatica ad affermarsi adeguatamente) e di potenziali emittenti (le sole start-up innovative fino a 2/3 anni fa) oggi l'equity crowdfunding si sta sviluppando sempre di più anche nel nostro Paese, considerando:
  • La forte crescita organica del mercato, sia nel 2017, in termini di raccolta effettuata (11,6 milioni di raccolta nel 2017 rispetto ai 4,4 milioni del 2016, + 166%) e di numero di offerte che si sono chiuse con esito positivo (50 nel 2017, erano state 19 nel 2016 + 163%) sia in questi primi 10 mesi del 2018 che ha confermato, ed anzi rafforzato, il trend di crescita con oltre 26 milioni di raccolta effettuata (più del doppio di tutto il 2017); un mercato che già nel 2020 potrebbe superare i 100 milioni di raccolta;
  • L'entrata in vigore, a partire dal 3 gennaio 2018, delle modifiche al Regolamento sull'equity crowdfunding che rendono definitiva, tra l'altro, la possibilità di effettuare la raccolta di capitale da parte di tutte le PMI.
L'obiettivo medio di raccolta, per ciascuna campagna, è stato, in questi primi 4 anni di mercato, pari a 208 mila Euro a fronte di una quota di capitale ceduto di circa il 12,65%. Il numero medio di investitori per ogni campagna finanziata è stato pari a 71,8; l'investimento medio di circa 4.000,00 Euro.
Sono dati in evoluzione, destinati a modificarsi radicalmente anche alla luce del citato ingresso tra i potenziali offerenti di tutte le PMI, tra le quali molte aziende con business più maturi e necessità di raccolta più elevate rispetto a quanto sin qui rilevato in relazione ad aziende, quasi sempre, nella fase di avvio della loro attività.
Il mercato appare pertanto ancora largamente sottodimensionato, anche alla luce di quanto sta accadendo in altri Paesi.
Vi sono le premesse, infatti, per assistere, già dai prossimi mesi, ad una ulteriore crescita dell'equity crowdfunding in Italia: una cornice legislativa adeguata, la costante necessità da parte delle aziende di trovare forme di finanziamento adatte ai propri programmi di sviluppo, una crescente domanda di diversificazione nell'allocazione del risparmio (basti pensare al successo dei recenti PIR - Piani Individuali di Risparmio), nuove modalità di consumo e di investimento determinate dalla tecnologia, la crescita e lo sviluppo di una vera e propria industry di settore, la crescente conoscenza e diffusione dello strumento a tutti i livelli.
Appaiono evidenti, tanto più alla luce della crisi finanziaria di questi ultimi anni, i potenziali benefici di sistema che potrebbero derivare da una maggiore apertura del mercato dei capitali alle imprese determinata anche dall'utilizzo di strumenti di finanza 'alternativa' con l'affermarsi e lo sviluppo di una nuova generazione di imprese da subito orientate al mercato dei capitali, il cui sbocco potrà essere dapprima l'ammissione alla quotazione su mercati minori dedicati alle PMI (ad esempio AIM Italia) e successivamente su mercati regolamentati maggiori (tipo MTA di Borsa Italiana).
Altri benefici potrebbero derivare dall'elemento 'democratizzatore', determinato dalla possibilità di accesso dei cittadini a molteplici opportunità di investimento, con un'allocazione maggiormente diretta, e non intermediata, del risparmio verso le iniziative più meritevoli di un'economia trainata prevalentemente dall'innovazione.
E' tuttavia ancora presto per identificare il 2018 come l'anno della definitiva affermazione dell'equity crowdfunding, o se invece occorrerà attendere ancora: l'esito del processo in corso potrebbe essere determinato più da fattori culturali che da esigenze o elementi oggettivi, che già ci sono.
I segnali comunque ci sono e sono molto buoni».

Come sta crescendo StarsUp?
«StarsUp è stata la prima piattaforma autorizzata come portale 'autorizzato', ed è attiva ormai, come detto, da 5 anni.
In questi 5 anni siamo cresciuti, così come è cresciuto il mercato. La crescita è stata costante, talvolta lenta, soprattutto all'inizio, ma costante. Stiamo continuando a registrare un crescente interesse per lo strumento, un interesse diffuso a tutti i livelli: investitori, aziende, istituzioni, potenziali nuovi player. Proprio da pochi giorni abbiamo superato il numero di 500 investitori sulla nostra piattaforma. Abbiamo sviluppato un know-how specifico ed ora stiamo avviando nuove partnership e nuovi servizi.
Riteniamo che l'innovazione possa rappresentare un fattore di crescita economica e sociale per il Paese e ci piacerebbe che, anche attraverso strumenti di finanza innovativa si riuscisse valorizzare il meglio dell'innovazione italiana soprattutto nei campi in cui il nostro Paese è 'tradizionalmente' all'avanguardia.
Ci proponiamo di coinvolgere in questo percorso la migliore imprenditoria italiana, il mondo della ricerca, i progetti sociali, la finanza sostenibile, le università, gli incubatori, i business angel ed il mondo professionale con l'obiettivo di offrire agli investitori progetti che siano comprensibili ed il più possibile coinvolgenti e visionari e garantire agli emittenti ed agli investitori un percorso giuridico affidabile, ante e post offerta.
Naturalmente sappiamo che il mercato è ancora agli inizi e che ci aspettano sfide importanti.
Noi operatori dobbiamo continuare a fare in modo che si crei fiducia sullo strumento sia da parte degli investitori, sia da parte delle aziende che lo utilizzano.
Inoltre il settore dovrà svilupparsi e generare, quando e se possibile, ulteriori opportunità e servizi per gli utilizzatori: ad esempio, la creazione di un mercato secondario, ma anche servizi di investor relations o nuovi modelli di offerta (ad esempio 'società veicolo', che noi in StarsUp abbiamo già proposto).
Si dovrà anche valutare l'impatto che avrà a livello comunitario, la creazione del mercato unico dei capitali, e la legislazione specifica sul crowdfunding di cui abbiamo parlato prima.
Il tutto avverrà in un mercato in una fase di grande sviluppo e che sta anche registrando l'ingresso e l'interesse di altri operatori e pertanto sta diventando sempre più concorrenziale. Noi, che in questo mercato siamo stati i primi a crederci, cercheremo di organizzarci al meglio e di continuare a crescere per essere pronti alle sfide future».





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